Stamps of Minerals, Gems and Meteorites

 

 

 

Perle - Pearls

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1 - Introduzione

 

Le perle sono costituite in massima parte (circa 92%) da carbonato di calcio, CaCO3 sotto forma di cristallini di ara­gonite collegati da una sostanza organica, la conchiolina (circa 6%), identica allo strato corneo che ricopre i gusci delle ostriche, con una minima quantità di acqua (circa 2%).

 

Una composizione chimica analoga è rappresentata dalla madreperla, che è però più povera di carbonato di cal­cio (circa 66%), più ricca di acqua (attorno al 31 %) ed è usata per il nucleo interno delle perle cosiddette di coltura.

 

Le perle sono senza dubbio le gemme organiche più im­portanti e più costose, conosciute da tempo immemorabile nei paesi orientali, ma note anche a Greci e Romani, sem­bra in seguito alle conquiste di Alessandro Magno.

 

A lungo sono state credute il prodotto di poetiche e fantasiose azio­ni sulle ostriche, come quella riportata da Plinio il Vecchio che riprendeva un'antica leggenda orientale: sotto i raggi della luna le ostriche salgono alla superficie dei mare, apro­no le valve e vengono fecondate da gocce di rugiada.

 

Solo alla metà dei Cinquecento uno studioso olandese, il Rondo­letius, riconobbe che le perle sono formazioni patologiche delle ostriche perlifere.

 

2 - Aspetto

 

Sono cisti di forma globulare, il più delle volte quasi sferica, che si formano entro i tessuti dei mollusco. Talora la forma è vagamente a goccia o a uovo o a fagiolo, o con maggiori irregolarità costituite da apofisi tondeggianti o anche da creste aguzze.

 

Il colore è di solito più o meno uguale a quello degli strati interni della conchiglia dei mol­lusco perlifero; per questo la maggior parte delle perle ha colore da bianco appena grigio a bianco-grigio giallino, ma ce ne sono anche di grigiastre, di nerastre, di iridescenti dal grigio al verde-biu-viola, e di rosa (queste ultime colorazioni si riferiscono a rare perle di molluschi gasteropodi marini dei generi Haliotís e Strombus).

 

All'interno le perle sono co­stituite da tanti sottili strati concentrici depositati succes­sivamente dal mollusco - struttura a cipolla.

 

Entro certi limiti, più una perla è vecchia più è grossa e più nume­rosi sono gli strati. Nelle perle di coltura, però, di grande ri­levanza numerica ormai rispetto alle altre, l'interno è invece costituito da un nucleo sferico di madreperla a strati piani paralleli, modellato in questa forma dalla mano del­l'uomo e ricavato dal guscio spesso di un altro mollusco, circondato da un certo numero di strati concentrici di perla­gione depositativi attorno dal mollusco perlifero.

 

3 - Genesi

 

La formazione delle perle si ha quando un corpo estraneo (un granello di sabbia forse, ma più spesso un piccolo parassita) entra dentro un'ostrica perlifera, il cui organismo, per difesa, ingloba l'intruso in una cisti, conti­nuando però a depositare strato dopo strato di perlagione anche quando l'intruso è stato completamente incapsula­to e messo nell'impossibilità di nuocere.

Numerosi mollu­schi possono produrre le perle, ma quelli più importanti, per la qualità dei prodotto, appartengono al genere Píncta­da (una volta chiamato Meleagrina) in diverse specie, fra le quali Pinctada margaritifera, , Pincta­da martensi, Pinctada fucata, Pinctada vulgarís.

 

Sono, questi, Molluschi Bivalvi Filibranchi Pteridi, di dimensioni medio-grandi, attorno ai 25 centimetri. Una produzione di minor pregio può essere data anche da numerosi altri mol­luschi, fra i quali certi bivalvi di acqua dolce e certi gaste­ropodi di mare.

 

La conoscenza della genesi delle perle ha promosso fin dai tempi antichi il tentativo di forzare la ma­no alla natura per far produrre alle ostriche perle in mag­gior numero e di forma e dimensioni migliori.

 

I primi seri tentativi sembra risalgano al XII secolo, quando i Cinesi approntarono un metodo consistente nel disporre fra man­tello e conchiglia di certi molluschi vari oggetti sagomati, fra i quali tipiche sono le immagini di Budda, che dopo un paio di anni apparivano ricoperti da uno strato di ma­dreperla.

 

Ma l'inizio della produzione di perle coltivate av­viene a cavallo fra l'ottocento e il Novecento in Giappone.

 

Mikimoto, ot­tenne i primi risultati positivi nel 1893 con la produzione delle mezze perle; poi Mise, che nel 1907 determinò la pro­duzione; infine Nishikawa e ancora Mikimoto, ai quali si deve l'attuale procedimento di coltivazione, che data dal 1919.

 

In breve, il procedimento consiste nel tagliare un piccolo pezzetto di mantello di un'ostrica vivente e inserir­lo, avvolto su un nucleo costituito da una sferetta di ma­dreperla, nell'organismo, anch'esso vivente, di un'altra ostrica. Le ostriche così trattate sono deposte in acque non troppo agitate entro gabbioni tenuti sospesi per mez­zo di galleggianti a profondità variabili a seconda delle stagioni, in modo da assicurare temperature non inferiori a 10°C.

 

La raccolta può avvenire dopo 5-7 anni, ma risultati migliori si ottengono con periodi maggiori, fino a 12 anni. Periodi di crescita molto minori, anche meno della metà, sono caratteristici di un altro centro di produzione che gradualmente sta af­fiancandosi a quello ormai classico dei Giappone, cioè l'Australia nord-occidentale, in zone caratterizzate da una temperatura media più elevata.

 

4 - Provenienza

 

I principali centri di produzione delle perle sono Sri Lanka, le Filippine, la Cina, il Giappone, l'Austra­lia settentrionale, il golfo Arabico, il Mar Rosso; minore importanza riveste la produzione dei continente america­no, localizzata prevalentemente nel golfo di California e nei Caralbi.